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Possono i rimedi omeopatici avere effetti collaterali?

 

Lo spettro terapeutico della Medicina Omeopatica è molto vasto. Questo però non significa che l’ omeopatia può costituire una panacea per tutte le malattie. Essa interviene per la terapia di tutte le malattie ad eccezione di quelle per le quali un intervento chirurgico è necessario, oppure in quelle ove le lesioni anatomopatologiche sono irreversibili. Certamente anche prima o dopo un intervento chirurgico il rimedio omeopatico può essere di aiuto parallelamente all’ intervento stesso,poiche’ può accelerare sia il processo di rimarginazione delle ferite che la sostanziale diminuzione del dolore. I rimedi omeopatici curano molte situazioni patologiche dei diversi apparati dell’ organismo. Queste possono riguardare malattie somatiche (dell’ apparato digerente, respiratorio,uro-genitale, circolatorio,cutaneo) oppure psichiche (manifestazioni ansiose, crisi di panico, disturbi del comportamento o della sfera affettiva, alterazioni del sonno ecc.). La Medicina Omeopatica è molto efficace sia nelle malattie croniche che in quelle acute. Come terapia si può usare con successo in tutte le età.

Bisogna inoltre sottolineare che per la Medicina Omeopatica non esistono malattie bensi’ malati,e questo perche’ ogni uomo sofferente deve essere affrontato come una unita’ inscindibile di funzioni interdipendenti che riguardano il livello somatico , psichico ed intellettivo e non come parti separate di una macchina....! Per questo l’omeopatia cura complessivamente l’ organismo sofferente e non solamente i sintomi per i quali il paziente si rivolge al medico.

Infine, la Medicina Omeopatica, può offrire aiuto sostanziale in situazioni di emergenza come le crisi asmatiche, le reazioni allergiche ecc.dove l’ azione del rimedio omeopatico è molto rapida e molto efficace.

 

 

OMEOPATIA, EPIGENETICA, SISTEMI COMPLESSI, E DINTORNI…!


Continuando sull` importanza dell` Epigenetica nella pratica dell`OMEOPATIA CLINICA MODERNA oggi mi estendero’ su come qs scienza interviene sui processi mutazionali del nostro organismo e sul suo ruolo cardinale nella modificazione dei cosidetti sistemi complessi di ogni organismo malato (in termini di disregolazione, di squilibrio ecc).


Il genoma, di per se’, e’ l’insieme di una gamma di adattamenti all’ambiente, che puo’ essere piu’ o meno valido anche in virtu’ di possibili difetti contenuti nella sequenza delle basi, ma esso esprime solo una potenzialita’: per passare dalla potenza all’atto deve essere sottoposto a un programma di espressione. Adesso risulta chiaro che il genoma e’ programmato dall’epigenoma. Ma non solo. L’epigenetica ha, infatti, implicazioni plurime: obbliga una riconsiderazione dello stesso paradigma evoluzionista neo-darwiniano; consente di rintracciare nelle “impostazioni iniziali della vita” le radici di disordini che si manifestano nella vita adulta; apre possibilita’ di indagine precoce su modificazioni cellulari epigenetiche che possono dar luogo a patologie rilevanti, come cancro e malattie cardiovascolari ed autoimmuni, promettendo nuovi possibili interventi di correzione dell’errore epigenetico sia tramite farmaci, sia tramite comportamenti che migliorano la salute come dieta, attivita’ fisica, gestione dello stress. Insomma siamo all’inizio di un epocale cambiamento del paradigma della BIOLOGIA MOLECOLARE dalle conseguenze molteplici, tra cui una davvero essenziale: il nuovo modello molecolare si sposa perfettamente con la visione scientifica sistemica dell’organismo umano che la Psiconeuroendocrinoimmunologia (PNEI) e venuta costruendo nel corso dell’ultimo mezzo secolo. La Psiconeuroendocrinoimmunologia e la disciplina che studia le relazioni bidirezionali tra psyche e sistemi biologici. Nella PNEI convergono, all’interno di un unico modello, conoscenze acquisite, a partire dagli anni Trenta del XX secolo, dall’endocrinologia, dall’immunologia e dalle neuroscienze. Spiegare la PNEI non è poi così difficile: si tratta di una scienza che studia i rapporti, come dice la parola stessa, fra psiche (P=psiche), nervi (N=nervi), sistema endocrino (E=endocrino) e sistema immunitario (I= sistema immunitario) : lo scopo abbracciato da questa branca della scienza è quella di dimostrare le strette relazioni, interscambi, rapporti fra tutti questi organi, che lavorano uno accanto all’altro, in grande sintonia, comunicando continuamente ogni minima informazione che arriva, ogni minimo cambiamento: questo ci permette di comprendere la complessità del nostro organismo, la grandissima quantità di informazioni che esso riceve, elabora, trasforma, digerisce , metabolizza. Gli anni Novanta del secolo scorso hanno visto una crescita significativa degli studi sulla neurobiologia delle emozioni. La disregolazione di questo sistema complesso da parte di emozioni, traumi ed eventi stressanti in genere, altera potentemente l’assetto e il funzionamento del sistema immunitario. Se nel breve periodo, il cortisolo, l’adrenalina e la noradrenalina hanno un effetto tonificante anche sull’ organismo, nel medio-lungo periodo, queste sostanze collocano la risposta immunitaria su una posizione inadatta a combattere virus e tumori. Analogamente, la disregolazione dell’asse dello stress puo’ favorire lo sviluppo di malattie autoimmuni di vario tipo. Studi del primo decennio del XXI secolo dimostrano che anche patologie come l’aterosclerosi e le cardiopatie in genere sono fortemente condizionate dall’umore. Taluni infarti e altri eventi cardiaci acuti, in presenza di disturbi dell’umore, possono trovare spiegazione nelle alterazioni vascolari prodotte dalle catecolammine e dallo squilibrio nel sistema della serotonina.
(Carnevali et al. 2012; Steptoe, Brydon 2009; Bottaccioli, 2005).

L’ epigenetica si rivolge agli scienziati proponendo un nuovo paradigma di riferimento che orienti, in un’ottica sistemica, anche la ricerca molecolare ( Bottaccioli, 2011). Si rivolge ai filosofi ed agli scienziati sociali perche’ riprendano contatto con la biomedicina e l’insieme delle scienze della vita nel comune intento di rifondare una scienza dell’uomo (Bottaccioli, 2010). Si rivolge agli operatori sanitari proponendo pratiche di cura integrate, rompendo barriere specialistiche e di casta con l’obiettivo di prendersi cura della persona nella sua interezza. Si rivolge alle persone sollecitandole ad acquisire strumenti teorici e pratici di potenziamento delle proprie capacita’ di autoregolazione (Bottaccioli, 2012). 
L` OMEOPATIA e’ una medicina olistica che comprende tutti i presupposti sopramenzionati. Hahnemann , il fondatore dell’omeopatia classica già all’inizio del 1800 sosteneva che la guarigione di un organismo che si trova in stato di squilibrio consiste nella eliminazione della totalità dei sintomi: si può parlare di ritorno allo stato di salute o di benessere solo quando tutti i disturbi sono stati eliminati: non si può cioè intervenire solo su un organo o un apparato, ma si è obbligati ad intervenire su tutto il complesso dei disturbi: la patologia, il disturbo sempre prima di manifestarsi invade tutto l’organismo e mai solo una parte del nostro corpo, come apparentemente può apparire, non è possibile fare diversamente: poiché tutte le cellule sono colpite dalla informazione negativa che è la malattia, bisogna intervenire su tutte le cellule, su tutti i tessuti e non solo su alcuni: non è possibile ottenere la guarigione curando solo un organo perché la malattia è diffusa dappertutto; tutto è estremamente collegato a tutto, non si può separare una cellula o una struttura da un’altra per cui o si guarisce un organismo malato (in termini di disregolazione, di squilibrio ) nella sua totalità o non possiamo parlare di benessere.


Bibliografia
Bottaccioli F (2005) PNEI: I fondamenti scientific delle relazioni mente-corpo. Le basi razionali della medicina integrate. Il Ed. Red Milano.
Bottaccioli F. (2010). Filosofia per la medicina. Medicina per la filosofia. Grecia e Cina a confronto. Tecniche Nuove, Milano.
Bottaccioli F. (2011). Mutamenti nelle basi delle scienze. Tecniche Nuove, Milano.
Bottaccioli F. (2012). Stress e vita. La scienza dello stress e la scienza della salute alla luce della PNEI. Tecniche Nuove, Milano.
Vithoulkas G. (1990) . Il nuovo modello di salute e malattia. Ed. Cortina Verona.
Vithoulkas G. (1999). La scienza dell` Omeopatia. Ed. Cortina Verona.
Hahnemann Samuel C. (1994). Malattie croniche : La loro vera origine e cura omeopatica.

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L' ANALISI OMEOPATICA COSTITUISCE UNA COMPONENTE FONDAMENTALE DELL' INTERA STORIA MEDICA DI UN PAZIENTE. 

 

Nel testo che segue descrivo gli obiettivi fondamentali dell' analisi omeopatica peraltro insegnati dal mio maestro prof. G. Vithoulkas.

 

 Obiettivo generale dell’analisi è “sapere davvero quello che sta avvenendo”.

 

 

Valutazione prognostica iniziale

Secondo Vithoulkas, è bene porsi subito una domanda: qual’ è la reale gravità del caso? qual’è il livello di salute del paziente?

Una prognosi sfavorevole può essere dedotta da:

 

1. Un grado limitato di libertà di espressione nella vita, che si può cogliere sia da segni fisici come colore e condizione di pelle e mucose, tono muscolare, limpidità degli occhi, pulizia della lingua, brillantezza dei capelli, posizione e postura, ecc., sia dalla capacità espressiva, come la volontà di affrontare argomenti delicati e la voglia di stabilire un contatto umano.

 

2. Il “centro di gravità” dei sintomi, cioè la profondità dello strato (inteso come livello di disequilibrio di un determinato organismo) coinvolto.

 

3. Il grado di sensibilità agli stimoli, sia psichici (reazioni alle emozioni, alle offese, anche agli scherzi banali; intolleranza al confronto) sia ambientali (intolleranze alimentari, malattie da raffreddamento continue, ecc.): in questi casi il sistema ha difficoltà a mantenere l’equilibrio e il meccanismo di difesa (cioè il sistema immunitario) è chiamato continuamente in gioco.

 

4. Anamnesi remota e familiare per individuare le cause di mantenimento di tipo miasmatico (cioè le predisposizioni del paziente)

 

RIPETO CHE L' OMEOPATIA è UNA MEDICINA OLISTICA ED è L' UNICA MEDICINA TOTALMENTE PERSONALIZZATA. ESAMINA L' ORGANISMO MALATO COME UN ESSERE UNICO ED INSCINDIBILE.

 

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PERCHE L' OMEOPATIA DEVE ESSERE ESERCITATA DA MEDICI

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Come tutti sapete nel mondo ci sono persone cosiddette sane e persone cosiddette malate; Ma che cos’è la malattia? E’ un sbilanciamento dello stato di salute. Per usare la definizione usata dal prof. G. Vithoulkas (Right Livelihood Award, alternative Nobel prize) per SALUTE si intende la liberazione dal dolore a livello fisico col risultato di ottenere uno stato di benessere, la liberazione dalla sofferenza a livello emotivo e mentale che ha come risultato una condizione dinamica di pace e di serenità.

Quindi “Compito del medico è la difesa della salute fisica e psichica e il sollievo della sofferenza nel rispetto della vita e della dignità della persona umana”.

Al medico omeopata e/o quello tradizionale quindi, spetta la diagnosi, la terapia , la prognosi.

La persona malata si rivolge al medico perché ha bisogno di soluzioni: la diagnosi è compito del medico che, anche se omeopata, deve ascoltare il paziente (cioè raccogliere l` anamnesi), visitarlo e decidere una terapia qualsivoglia sia la metodologia usata.

In medicina la diagnosi è fondamentale: da essa deriva la possibilità di curare il malato.

Nel visitare una persona il medico deve conoscere la suscettibilità della patologia alla terapia. Quindi un “non medico” non saprebbe decidere se un malato ha bisogno di un intervento chirurgico o di una terapia medica. Un “non medico” non saprebbe decidere se la malattia  o la determinata patologia che ha di fronte è suscettibile di essere curata con attendismo o se c’è bisogno di immediata terapia. inoltre un “non medico” non saprebbe riconoscere se una persona è in pericolo di vita.

Non tutto è curabile con l’omeopatia, così come non tutto è curabile con la medicina tradizionale. Di conseguenza la decisione in questi casi, è soltanto un atto medico.

Molte volte i pazienti mi dicono " ...ma i farmaci omeopatici non hanno effetti collaterali per cui sono tranquillo...!" Ovviamente certe asserzioni sono dovute alla disinformazione ! Per rispondere più precisamente a questa convinzione posso dire che, alla luce di quanto presentato sopra, il problema delle controindicazioni perde di valore perché la somministrazione di un farmaco non è legata soltanto alle sue controindicazioni, ma soprattutto alla diagnosi, ed anche al livello di salute del soggetto malato.

Vorrei ricordare inoltre che il farmaco omeopatico non corretto non porta mai alla terapia totale di un organismo malato. Per cui il solo concetto delle controindicazioni del farmaco omeopatico non ha alcun senso.

Ovviamente ricordo che il medico può svolgere la sua professione perché autorizzato dallo Stato.

 

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